SEZIONE QUADRANTI SOLARI
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LE BASI DEI QUADRANTI SOLARI

I MOVIMENTI DELLA TERRA E DEL SOLE

A questo punto dobbiamo esaminare i movimenti della rotazione giornaliera della Terra attorno al suo asse e di quella annua attorno al Sole, ricordandoci però che noi, convenzionalmente, considereremo invece ferma la Terra e il Sole che si muove attorno ad essa.

In una prima fase supporremo poi di trovarci in una certa posizione P sulla superficie della Terra e costantemente, cioè tutti i giorni dell’anno, in una situazione astronomica che si verifica di fatto solo in due giorni di esso, e cioè in quelli degli equinozi di primavera e di autunno quando il Sole sorge sul nostro orizzonte esattamente a est e tramonta a ovest, percorrendo durante il giorno il cerchio dell’equatore celeste (vedi la fig. 1.5a). Dopo essere sorto il Sole va aumentando gradualmente la sua altezza nel cielo, altezza che diventa massima quando passa per il meridiano per annullarsi nuovamente al tramonto. Corrispondentemente il suo azimut passa da 90° est a 0° ( quando il sole è sul meridiano), per terminare al tramonto a 90° ovest.

Una sezione della superficie terrestre eseguita secondo il piano meridiano, (vedi la fig. 1.5b) mostra che la massima altezza del Sole sull’orizzonte è pari a 90° meno la latitudine del luogo. Per esempio alla latitudine di 40° l’altezza del sole a mezzogiorno è di 50° (90°-40°).

Ritornando ora alla figura 1.5a, possiamo introdurre una terza coordinata celeste del Sole dopo la declinazione e l’ascensione retta di cui abbiamo parlato in precedenza. Prendendo ad esempio come riferimento le posizioni del Sole nel suo percorso pomeridiano, possiamo individuare l’angolo formato con il piano meridiano locale, da considerare come piano “origine” della località, dal piano, inclinato nel cielo, che, oltre a contenere il Sole, passa per l’asse celeste/terrestre. Questo angolo diventa nel corso del pomeriggio sempre più grande, passando da 0° quando il Sole è sul piano meridiano a 90° quando il Sole tramonta ad ovest. Esso è detto “angolo orario”, ha notevoli analogie con la coordinata celeste ascensione retta del Sole, e riveste particolare importanza per la comprensione del funzionamento dei quadranti solari.

Se dividiamo il cerchio del piano equatoriale celeste in 24 spicchi di 15° ciascuno, e assumiamo poi come semiretta origine fissa la direzione opposta a quella nella quale si trova il Sole quando passa per il meridiano locale, abbiamo ritrovato nel cielo quel particolare sistema di coordinate polari costituito dal nostro orologio da polso semplificato di cui abbiamo parlato in precedenza: così il Sole sorge alle 6 a est, culmina nel cielo alle 12 e cioè a mezzogiorno (dal latino meridies) e tramonta alle 18 a ovest. In particolare nella figura 1.5a sono state riportate, come esempio, le ore 15 pomeridiane.

Le ore della notte, dalle 18 alle 24 (la mezzanotte, origine della semiretta fissa dell’orologio) e poi ancora dalle 0 alle 6, non sono segnate da questo grande quadrante astronomico semplicemente perché la lancetta, il Sole, scompare sotto l’orizzonte.

In verità questo orologio del cielo è nato molto prima di quello che sta al nostro polso, ma  certamente molti di noi non hanno mai avuto coscienza e consapevolezza di come abbia avuto origine il nostro attuale sistema di misurare il tempo, sistema nel quale con il termine “ora” si intende il tempo impiegato dal Sole a spostarsi nel cielo di un “angolo orari” di 15°.

Passiamo ora a considerare, in una seconda fase, i più complessi movimenti effettivi del Sole attorno alla Terra, sempre artificialmente immaginata ferma, movimenti così riassumibili:

  • Il Sole gira attorno alla Terra in un giorno di 24 ore.
     

  • Il Sole, girando attorno alla Terra, non percorre sempre l’equatore celeste, ma cerchi di declinazione celesti, paralleli per definizione a detto equatore, che variano di giorno in giorno. Esso si sposta così gradualmente, rispetto allo sfondo costituito dalla sfera celeste e dalle sue stelle fisse, percorrendo un particolare cerchio massimo celeste denominato “eclittica” e spostandosi sullo stesso di circa un grado al giorno. Il Sole percorre l’intero cerchio in 365 giorni e circa 6 ore e questo periodo di tempo è chiamato “anno”. (vedi la fig. 1.5c).
     

  • Il cerchio celeste dell’eclittica è inclinato rispetto a quello dell’equatore di circa 23,5°, in modo che il Sole assume nel corso dell’anno declinazioni variabili fra i +23,5° e –23,5°.

In dettaglio il percorso annuo del Sole lungo il cerchio dell’eclittica si immagina iniziare in senso antiorario nel punto di incontro del cerchio dell’eclittica con quello dell’equatore celeste, detto punto Gamma, o primo punto dell’Ariete, di cui abbiamo già parlato come punto di origine della coordinata celeste ascensione retta. Detto percorso è stato poi suddiviso dagli antichi in dodici settori circolari di 30° ciascuno, (vedi la fig. 1.5d),  contraddistinti con i nomi delle costellazioni, detti anche segni zodiacali, attraverso le quali il Sole appare muoversi nel cielo nel corso dell’anno.

In particolare il Sole:

  • Durante un periodo dell’anno denominato primavera, attraverso i segni dell’ariete, toro e gemelli, aumenta gradualmente la sua declinazione da 0° a 23,5° dal giorno dell’equinozio di primavera a quello del solstizio d’estate.
     

  • Durante l’estate, attraverso i segni del cancro, leone e vergine, diminuisce la declinazione da 23,5° a 0° dal solstizio d’estate all’equinozio d’autunno.
     

  • Durante l’autunno, attraverso i segni della bilancia, scorpione e sagittario, continua a ridurre la sua declinazione da 0° a -23,5° dall’equinozio di autunno al solstizio d’inverno.
     

  • Durante l’inverno, attraverso i segni del capricorno, acquario e pesci, ritorna ad aumentare la declinazione da -23,5° a 0° dal solstizio di inverno all’equinozio di primavera.

Da notare che il giorno del solstizio d’estate è quello nel quale la declinazione del Sole, in continuo anche se sempre minore incremento con l’avanzare della primavera, cessa di aumentare per cominciare a diminuire. Il Sole sembra pertanto fermarsi (o stare) nel suo percorso contro la volta del cielo e da ciò deriva appunto il nome del solstizio (il sole sta, si intende, fermo nel cielo). Fenomeno opposto si osserva al solstizio d’inverno con declinazione del Sole che cessa di diminuire per ricominciare ad aumentare.

Sempre nella figura 1.5d è riportata l’indicazione della declinazione del Sole in corrispondenza dei giorni nei quali il Sole entra nei vari segni zodiacali.

Passando ora a quanto avviene durante un intero anno sulla sfera celeste locale ritroveremo ancora nel cielo l’orologio solare di cui abbiamo parlato in precedenza (vedi la fig. 1.5e) anche se spostato parallelamente a se stesso al di qua e al di là del piano equatoriale, in cui lo avevamo individuato nel corso della prima fase.

Corrispondentemente vedremo il Sole:

  • Al solstizio d’estate e alle nostre latitudini, sorgere e tramontare con azimut superiori a 90° rispettivamente a nord-est e nord-ovest, con durata del giorno superiore a 12 ore. L’orologio celeste, molto alto nel cielo, farà vedere anche le 4 e le 5 del mattino e le 19 e 20 della sera.
     

  • Agli equinozi di primavera e autunno, come già visto, sorgere e tramontare esattamente a est e ovest con durate eguali del giorno e della notte (e da tale fatto deriva il suo nome).

  • Al solstizio d’inverno, sorgere e tramontare con azimut inferiori a 90° rispettivamente verso sud-est e sud-ovest con durata del giorno inferiore a 12 ore. L’orologio celeste emerge sempre meno sopra l’orizzonte nascondendo ad esempio le 7 e 8 del mattino e le 16 e 17 del pomeriggio.

Una sezione della superficie terrestre e celeste eseguita sul piano meridiano (vedi la fig. 1.5f), mostra che la massima altezza del Sole sull’orizzonte è pari, al solstizio d’estate, a 90° meno la latitudine locale più 23,5°, e, al solstizio di inverno, a 90° meno la latitudine locale meno 23,5°. Per esempio alla latitudine di 40° l’altezza del Sole a mezzogiorno è di 73,5° (90°-40°+23,5°) al solstizio d’estate, e di 26,5° (90°-40°-23,5°) al solstizio d’inverno.


    


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