SEZIONE QUADRANTI SOLARI
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LE BASI DEI QUADRANTI SOLARI

L'ORA SOLARE E L'ORA DELL'OROLOGIO

Abbiamo visto in precedenza che la misura del tempo con il Sole avviene tramite i suoi angoli orari. Così possiamo dire che è passato un giorno quando il Sole ha percorso un angolo orario di 360°, un’ora (simbolo: h) con un angolo di 15°, e 4 minuti primi (simbolo:’) con un angolo di 1° (infatti 1 h = 60’/15° = 4’). Per inciso rileviamo qui la perfetta identità di denominazioni e simboli, di tempi e di misure di angoli, fra i 60 minuti primi sottomultipli di un’ora e i 60 minuti primi sottomultipli di un grado sessagesimale.

Questo tempo, scandito dal Sole e definito, per un osservatore posto in un certo punto della superficie terrestre, “tempo solare vero locale”, presenta alcune particolarità.

Prima di tutto l’angolo orario che contraddistingue il moto del Sole viene misurato sul piano dell’equatore o su altri piani ad esso paralleli, mentre il movimento annuo del Sole avviene sul piano dell’eclittica in modo apparentemente uniforme. Ma anche questa uniformità è vera solo in prima approssimazione in quanto, per una ben definita legge astronomica, il Sole (ma sarebbe più giusto dire la Terra) si muove attorno alla Terra durante l’anno non secondo una circonferenza, ma secondo una ellisse poco schiacciata, accelerando la sua corsa nel cielo quando i due astri sono più vicini e diminuendola quando sono più lontani. Tale fatto provoca una contemporanea maggiore o minore durata del giorno, inteso come somma del giorno e della notte oppure, più correttamente, come il tempo intercorrente fra due successivi passaggi del Sole sul meridiano locale.

La somma dei due effetti sopra riportati porta a delle differenze in più o in meno, rispetto ad un giorno “medio” annuo (durata temporale di un anno divisa per 365 giorni e 6 ore), anche di un quarto d’ora.

Questo movimento del Sole nel cielo, caratterizzato da precise leggi astronomiche ma non costante durante i giorni solari dell’anno, ha indotto in passato gli astronomi a introdurre accanto al Sole vero, come noi lo conosciamo, un Sole artificiale fittizio o medio che si muove in modo uniforme sulla circonferenza dell’equatore celeste e non in modo variabile su quella dell’eclittica, ma che completa il suo percorso annuo esattamente come il Sole vero e cioè dopo 365 giorni e 6 ore, avendo quindi la stessa velocità media del Sole vero. Il tempo di questo Sole “artificiale”, scandito in un certo luogo da questo immaginario Sole medio, è detto tempo solare medio locale, e la differenza giorno per giorno fra il tempo vero locale e il tempo medio locale è detta “equazione del tempo” (ET). Nella tabella A dell’Appendice è riportata giorno per giorno detta equazione che va letta nel seguente modo:

  • Quando l’equazione del tempo è positiva, il tempo del Sole medio si ottiene da quello vero aggiungendovi il valore di detta equazione. Ad esempio il 10 febbraio (ET=14’) le 12 di tempo medio si ottengono dalle 12 di tempo vero più 14’, e si verificano cioè alle 12h 14’.
     

  • Quando l’equazione del tempo è negativa, il tempo del Sole medio si ottiene da quello vero sottraendovi il valore di detta equazione. Ad esempio il 1 dicembre (ET=-11’) le 12 di tempo medio si ottengono dalle 12 di tempo vero meno 11’, e si verificano cioè alle 11h 49’.

Una seconda particolarità del tempo solare vero locale è la notevole variabilità della sua misura in direzione est-ovest cioè lungo i paralleli terrestri. Infatti mentre il tempo vero solare locale rimane lo stesso quando ci si sposti su di uno stesso meridiano (il sole ad esempio culmina nel cielo a mezzogiorno alla stessa identica ora), basta spostarsi su di un parallelo di 1° di longitudine (alle nostre latitudini di circa 80 km) per avere una differenza di 4’ e di 5° (circa 400 km) per una differenza di 20’. La cosa non aveva poi una grande importanza, quando ci si spostava da una città all’altra nei tempi passati a piedi o con una diligenza. Ogni città aveva il suo tempo solare locale (vero o in tempi più recenti medio) e i pochi che viaggiavano, muniti di orologio meccanico, dovevano solo ricordarsi di regolare, ogni tanto e se necessario, il loro orologio con l’ora del luogo in cui arrivavano.

A modificare questa situazione del passato è sopravvenuta, più o meno verso la metà del 1800, una rapida evoluzione della velocità con cui venivano effettuati i viaggi e i trasporti di uomini e cose, sopra tutto con il nuovo mezzo ferroviario e la contemporanea possibilità di trasmettere in maniera istantanea attraverso il telegrafo e poi la radio un “segnale orario” che permetteva la perfetta sincronizzazione, prima impossibile, di una certa scansione del tempo in punti molto lontani fra di loro. Si pensi, ad esempio, alla necessità di avere una stessa misura del tempo per due convogli ferroviari che partivano da stazioni molto lontane fra di loro, e che dovevano incrociarsi in un certo punto e con un certo orario su una ferrovia a binario unico.

Sono stati così introdotti i cosi detti “fusi orari” consistenti in zone o spicchi della superficie terrestre, compresi generalmente fra due meridiani intervallati fra di loro di 15°, all’interno dei quali tutte le località hanno la stessa ora media indipendentemente dall’effettivo angolo orario del sole e dalla loro longitudine, ora fissata convenzionalmente in quella del meridiano centrale del fuso. I fusi, 24 in tutto, portano un numero progressivo a partire dallo 0, che è il fuso il cui meridiano centrale passa per Greenwich e si estende per 7,5° a est e a ovest di questa località.

Il fuso orario a cui appartiene l’Italia è denominato fuso dell’Europa Centrale, ha come meridiano centrale quello che passa per l’Etna, che ha longitudine di 15° ad est di Greenwich, e si estende dalla longitudine di 7,5° a quella di 22,5° ad est di Greenwich. Il tempo in esso vigente è pertanto il “tempo medio del meridiano centrale del fuso dell’Europa Centrale”, detto anche più semplicemente “tempo medio dell’Europa Centrale” (TMEC), che è l’ora segnata dai nostri comuni orologi e che chiameremo nel seguito semplicemente ora dell’orologio.

La correzione dell’ora solare media locale per effetto del fuso orario, detta anche costante locale, è indipendente dal giorno della lettura, contrariamente a quanto accade per l’equazione del tempo. Essa può essere applicata in Italia come segue:

  • Per le località con longitudine a est di Greenwich inferiore a 15°, la correzione è positiva e si  calcola sottraendo da 15° la longitudine della località  e moltiplicando il risultato per 4’, tempo necessario al sole per spostarsi di un grado di longitudine, ad esempio da 15° a 14°. Così per Genova la cui longitudine è di 8° 54’ = 8,9° (si ricorda che per convertire i primi di una misura in gradi, in decimali di grado, si dividono i primi stessi per 60;  nel caso specifico: (54/60=0,9) ),  la correzione fuso è: (15°-8,9°)x4’= 24’.

  • Per le altre località con longitudine a est di Greenwich superiore a 15°, la correzione è negativa e si calcola sempre sottraendo da 15° la longitudine della località e moltiplicando il risultato per 4’. Così per Siracusa con longitudine di 15°16’, (16/60=0,267, arrotondato a 0,3), la correzione fuso è: (15°-15,3°)x4’= -1’.

Per trovare la longitudine di città e paesi si può ricorrere a carte geografiche, anche a grande scala, su cui siano segnati, di solito per ogni grado, meridiani e paralleli. Si misura la distanza, ad esempio in millimetri, fra la località e il meridiano a longitudine più bassa fra i due in cui essa è compresa, e successivamente quella fra detti due meridiani. Si fa poi il rapporto fra dette misure e si aggiunge il decimale così ottenuto alla longitudine più bassa di cui sopra.

Ad esempio su una carta in scala 1:1 250 000 il comune di Gela in provincia di Caltanisetta (privo di quadranti solari censiti) è compreso fra i meridiani di 14° e 15°. Misurata sulla carta, la distanza fra Gela e il meridiano di 14° è di 17,5 mm, mentre quella fra i due meridiani di 14° e 15° è, in corrispondenza a Gela, di 72,5 mm, con rapporto fra le due misure di 17,5/72,5=0,24. La longitudine della città risulta quindi di 14°+0,24=14,24°.

Vi è infine da rilevare che per passare dall’ora vera solare locale a quella dell’orologio, dovremo aggiungere oltre alle due correzioni sopra indicate, una terza correzione di un’ora tonda, la così detta ora estiva od ora legale. Ciò naturalmente solo nel periodo di vigenza della stessa, che va in genere dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre di ciascun anno.
  


LE BASI DEI QUADRANTI SOLARI

Le coordinate per la misura del tempo

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L'ora solare e l'ora dell'orologio

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