SEZIONE QUADRANTI SOLARI
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LE BASI DEI QUADRANTI SOLARI

LE COORDINATE PER LA MISURA DEL TEMPO

Abbiamo visto che la misura del tempo viene fatta, nella maniera più semplice e naturale, mediante l’osservazione della variazione della posizione di un oggetto in movimento, nel caso particolare il Sole, rispetto allo spazio circostante. Questo spazio non deve tuttavia mai essere considerato come completamente “vuoto”, ma deve contenere, almeno per i nostri scopi, dei riferimenti naturali o artificiali fissi in funzione dei quali poter misurare in modo opportuno la distanza, continuamente variabile, dell’oggetto che si sta muovendo.

Questi riferimenti, e le misure ad essi relative, prendono il nome di “sistemi di coordinate” e quelli particolarmente usati nella misura del tempo astronomico, di sistemi di coordinate polari.

Ragionando su di una superficie piana, o apparentemente piana, come potrebbe essere in prima approssimazione la superficie della Terra attorno a noi, i riferimenti delle coordinate polari possono essere costituiti da un punto fisso O detto polo (vedi la fig. 1.1a), da una semiretta pure fissa che esce da O detta semiretta origine, e da un prefissato senso di rotazione, per esempio quello che noi definiamo come “orario”, che è il senso secondo il quale si muovono le lancette dei nostri comuni orologi. La posizione di un punto P, diverso da O, fisso o mobile sulla superficie, che si può immaginare collegato ad O con un’altra semiretta, “incernierata” in O e libera di muoversi attorno ad esso, può essere perfettamente definita con l’uso di due parametri numerici o coordinate:

  • La prima è la misura in gradi, normalmente di tipo sessagesimale, fra la semiretta fissa e quella mobile, detta distanza angolare. Ricordiamo che nel sistema “sessagesimale” per la misura degli angoli, l’angolo retto, formato da due rette perpendicolari fra di loro, è diviso in 90 gradi (90°), un grado in 60 primi (60’), e un primo in 60 secondi (60”).
     

  • La seconda è la distanza in metri o altra unità di misura lineare fra il polo O e il punto P, detta distanza polare.

Diciamo che un oggetto si è mosso rispetto ad una posizione iniziale quando siano variate, in qualche modo, la distanza angolare o quella polare o entrambe. Per esempio nella figura 1.1a il punto P, inizialmente in P1 con coordinate polari iniziali di 30° e 4 metri, si è spostato dopo un certo periodo di tempo nel punto P2 con coordinate polari di 120° e 2,5 metri.

La cosa si semplifica notevolmente nell’ipotesi che l’oggetto in osservazione sia sempre vincolato a muoversi ad una distanza costante dal polo e cioè su di una circonferenza di raggio prefissato. In tale caso basta la sola coordinata della distanza angolare per individuare completamente il movimento del punto P.
  


LE BASI DEI QUADRANTI SOLARI

Le coordinate per la misura del tempo

Il nostro orologio: un sistema di coordinate polari

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L'ora solare e l'ora dell'orologio

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